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Pasquale Ruggieri

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La Chiesa del Gesù è uno dei pochi edifici sacri costruiti ex novo nella città pugliese in stile barocco. La chiesa sorse sulle rovine dell’antica chiesa di Santa Caterina il 23 maggio 1589; i lavori furono ultimati solo dopo due secoli.

A partire dal 1987 è stata affidata ai Cavalieri del Santo Sepolcro, il cui simbolo, rappresentato dallo stemma con le cinque croci, è visibile sul lato destro della facciata che si innalza imponente sulla piccola piazza, nel puro concetto barocco di “meraviglia”: la facciata doveva essere spesso più importante della stessa piazza.

La parte superiore presenta un finestrone rettangolare, mentre su quella inferiore si apre il portale. L’interno è composto da una sola navata con un tetto a spiovente, ciascuna delle pareti laterali è contrassegnata da tre arcate, in ognuna delle quali è collocato un altare di marmo. Tra questi spiccano quelli dedicati rispettivamente a Sant’Ignazio di Lojola, fondatore dell’Ordine e a San Francesco Saverio.

La statua di Gesù si trova sull’altare maggiore che racchiude un sarcofago in cui riposa la salma di Orsolina Capriati, come testimonia una lapide apposta sulla parete posteriore. Ai piedi dello stesso è, invece, sepolto il gesuita Domenico Bruno.

È la terza chiesa per grandezza a Bari e pare che sia stata costruita in modo da essere visibile dal Palazzo di Città, a sottintendere l’importanza della comunità Gesuita.

Nelle cronache dell’epoca si narra che l’arrivo in città dei Gesuiti modificò profondamente il modo di vivere la religione dei baresi, “fino ad allora non abituati neanche al rito della Comunione”. Se da un lato, nella chiesa vera e propria, i Gesuiti promuovevano un vivere la religione rigido e dogmatico, nell’annesso collegio venne istituita una scuola dove si insegnavano il latino, il greco antico, la retorica e la filosofia.